Azienda farmacia: c’è solo un modo di osservare i dati?
Settembre 22, 2024Come essere più efficaci al banco
Ottobre 23, 2024In Italia lo chiamiamo “inserimento nel team” ma onboarding secondo me rende meglio l’idea.
Si perché quando assumiamo qualcuno lo facciamo salire a bordo della nostra barca, prende parte al nostro viaggio, alla nostra missione.

Ed è anche vero che come in tutte le barche c’è margine di manovra ma bisogna anche seguire le regole di bordo, che non necessariamente sono le stesse per ogni imbarcazione.
E queste non sono scontate, la persona ha bisogno di conoscerle e di comprenderle, passaggio non sempre immediato.
Tuttavia, remare nella stessa direzione e guardare lontano sono elementi essenziali per ogni azienda.
Bene, ora che ho finito con le metafore nautiche passiamo ad una definizione più chiara:
L’onboarding è il processo che permette al neoassunto di ambientarsi, familiarizzare con il nuovo team e diventare un membro produttivo dell’azienda.
Ora, come non mi stancherò mai di dire la produttività di un farmacista non si esaurisce (solo) nel fatturato che fa a banco, per quanto sia abbastanza fondamentale.
Ci sono altri elementi che fanno la differenza come l’organizzazione, il feeling che trasmette al team, la capacità di proporre nuove soluzioni e la capacità di problem solving (quando il robot si blocca, o il server va giù, o il POS non funziona, ecc.)
Competenze soft come queste aumentano indirettamente il fatturato dell’azienda e, neanche da dire, sono tutti elementi che ci aspetteremmo una volta che facciamo una nuova assunzione.
Il problema è che queste soft skills non sono sempre facili da insegnare.
Non stiamo spiegando la sintesi del peptidoglicano, è qualcosa di molto più difficile da circoscrivere, da veicolare.
Per questo motivo la fase di onboarding definisce il punto di partenza della collaborazione che avremo con la nuova figura all’interno della nostra farmacia.
Ma cos’è che fa davvero la differenza in questa fase?
La velocità con la quale passa dal punto zero ad essere pienamente operativo e produttivo.
Dobbiamo ragionare su questo.
Ora, come sapete mi occupo principalmente di marketing e di organizzazione interna per cui questo tema esula un attimo dalle mie competenze, ma ho letto molto ultimamente sul tema e soprattutto voglio con questa newsletter darvi quanti più spunti utili su tematiche inerenti al lavoro in farmacia per cui…
Beccatevi questa considerazione, per favoreh (semicit.)
Non basta assumere una persona, darle il camice e pretendere che lavori a pieno regime fin dall’inizio.
Dobbiamo considerare la fase di onboarding come un’auto che si immette in un’autostrada in cui tutti vanno a una certa velocità.
L’auto non è che si ritrova da un momento all’altro in corsia di sorpasso, giusto?
Ci vuole tempo perché ci arrivi, ecco che il neoassunto ha bisogno di una corsia di accelerazione analoga.
Un percorso creato ad hoc che gli permetta di arrivare quanto più velocemente possibile alla stessa velocità degli altri.

La ricerca condotta dal Gruppo Brandon Hall dimostra ad esempio che migliorare il processo di onboarding porta a un aumento dell’82% dei tassi di fidelizzazione e influenza positivamente la produttività, incrementandola di oltre il 70%.
In poche parole è importante perché permette di comprendere fin dalle prime ore di lavoro elementi fondamentali, come:
- Cultura aziendale
- Valori fondamentali
- Obiettivi di business
E così facendo andiamo a incentivare:
- Chiarezza sui compiti e sul funzionamento aziendale: un processo di onboarding ben strutturato fornisce ai lavoratori una chiara comprensione dei loro compiti e delle responsabilità assegnate. Inoltre, vengono introdotti alle procedure operative e alle dinamiche aziendali, rendendo più agevole il loro adattamento e la loro performance.
- Aumento della motivazione: Quando i lavoratori percepiscono che le loro competenze e il loro contributo sono riconosciuti e apprezzati fin dall’inizio, si sentiranno maggiormente motivati a dimostrare il loro valore. Questo porta a un incremento dell’impegno e della dedizione al lavoro.
- Soddisfazione e senso di appartenenza: Un processo di onboarding efficace crea un’esperienza positiva per i nuovi lavoratori, soddisfacendo le loro aspettative e dando loro gli strumenti per svolgere il loro ruolo in modo competente. Questa soddisfazione iniziale spesso si traduce in una decisione di continuare a lavorare per l’azienda nel lungo termine.
Vi lascio inoltre alcuni spunti per organizzare una buona fase di onboarding:
- Organizzare un incontro informale con i colleghi
- Incoraggiare i lavoratori a dare il benvenuto al nuovo arrivato
- Sfruttare le riunioni periodiche per presentare il nuovo arrivato e permettergli di fare una presentazione del suo percorso
- Favorire il lavoro fin dal momento 0 fornendogli un elenco delle procedure che è necessario impari (caricamento robot, check scaduti, risposta mail, ecc)
Chiaramente la fase di onboarding non è facile, anzi possiamo dire che è uno dei processi più complicati all’interno della gestione del team.
Le differenti generazioni inoltre rispondono in maniera totalmente differente a input simili quindi è opportuno pianificare attentamente questa fase.
Tu come la gestisci?